Contributo di Giorgio Stern (TS):


Libertà è partecipazione cantava Giorgio Gaber.
Giusto! E vale anche spostando i termini.
Perché se non c'è libertà non c'è partecipazione.
Consciamente o meno, la sensazione che andar a votare non serve è oramai maggioranza assoluta. La libertà che si esprime attraverso la partecipazione democratica, e quindi la democrazia, semplicemente non c'è!
Vediamo le circostanze generali (nelle e dalle quali si salvano pochissimi giusti).
Le consorterie dette partiti incidono nella res publica a livello nazionale o a livello locale solo nella spartizione di privilegi a predeterminati individui o a gruppi di individui gestiti da forti poteri economici privati.
I candidati proposti dalle consorterie, imposti dai gruppi di potere operanti, usano saltare da consorteria a consorteria a seconda dei benefici loro offerti, scippando allegramente la volontà o la speranza degli elettori. Ricordo di un mio votato che ha cambiato gabbana almeno tre volte ed ora, privatamente e in silenzio, vive del vitalizio. Premio allo schiavo!
D'altronde gli eletti a livello nazionale non potrebbero incidere in ogni caso, possono solo adeguarsi. Politica estera e politica economica, cardini dell'agire indipendente di ogni Stato sono decise altrove, lontano dai confini nazionali. E da interessi privati!
E infatti il sedicente "governo" (in Italia e altrove) comanda attivato da remoto.
Per l'informazione, linfa vitale della democrazia partecipata, vale il discorso fatto per le consorterie, essa è in mano agli stessi gruppi di potere che determinano le consorterie, gli eletti e le elezioni.
Ora, noi elettori, trattati da stupidi, siamo o potremmo sembrare stupidi, ma di sicuro non siamo intelligenza artificiale (quella la lasciamo a Draghi) e stiamo intuendo a marce forzate che pretendono il nostro consenso per fregarci di più. 
Così il consenso glielo diamo sempre di meno.
Ed ora chi non acconsente è maggioranza assoluta.
E quando le percentuali dei consensi dati a questo o a quello coincideranno con i voti espressi, ce la vedremo assieme. E saranno dolori anche per lor signori.
Per questo meditano di imporre il voto obbligatorio. 
Giorgio Stern