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Dichiarazione rilasciata dal capo del Palestinian Prisoners Club

Commentando l'esecuzione di due giovani a Jenin oggi, 28-11-2025
Il capo del Palestinian Prisoners Club, Abdullah al-Zaghari, ha dichiarato che l'esecuzione dei due giovani, al-Muntasir Billah Abdullah e Youssef Ali Asasa, avvenuta questa sera a Jenin, costituisce un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità. Rientra nella guerra di sterminio in corso contro il nostro popolo e incarna l'approccio storico dell'occupazione, che consiste nel compiere esecuzioni extragiudiziali. Al-Zaghari ha spiegato che questo crimine fa parte di una politica sistematica e crescente di esecuzioni perpetrata dalle forze di occupazione, che coincide con gli sforzi legislativi dello Stato occupante per promulgare una legge che consenta l'esecuzione dei prigionieri palestinesi. Ha sottolineato che queste pratiche confermano che le autorità di occupazione non necessitano di alcun quadro giuridico aggiuntivo per compiere omicidi, inclusi assassinii, esecuzioni sul campo e morte lenta nelle carceri, poiché queste violazioni vengono commesse sistematicamente da decenni. Al-Zaghari ha spiegato che si è verificata un'escalation senza precedenti, documentata dalle istituzioni sin dalla guerra genocida, nelle esecuzioni deliberate di cittadini da parte delle forze di occupazione durante i tentativi di arresto. Ha ribadito la loro richiesta affinché il sistema internazionale dei diritti umani superi la sua paralisi senza precedenti seguita alla guerra genocida e ponga fine allo status eccezionale concesso allo Stato occupante dalle grandi potenze, in particolare dagli Stati Uniti. Al-Zaghari ha aggiunto che le dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, che includevano un esplicito sostegno al crimine, costituiscono un'ulteriore prova del coinvolgimento delle più alte autorità nell'incitamento all'omicidio e al genocidio e dell'adozione di una politica ufficiale basata sulla pulizia etnica e sull'inflizione deliberata di gravi danni ai palestinesi. Ha sottolineato che i due giovani giustiziati erano ex prigionieri arrestati dalle forze di occupazione e che uno di loro era il fratello di Khaled Abdullah, un martire del movimento dei prigionieri palestinesi, morto nelle prigioni israeliane lo scorso marzo.